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SCRITTI
DI
F.-D. GUERRAZZI.
VERONICA CYBO,
LA SERPICINA, — I NUOVI TARTUFI.
racconti.
PENSIERI. — DISCORSI.
ILLUSTRAZIONI. — TRADUZIONI
I BIANCHI E I NERI.
dramma.
FIRENZE.
FELICE LE MONNIER.
—
1847.
[v]
Rovistando tra i miei fogli, i quali troppopiù spesso che non faceva di bisogno patironodisoneste invasioni, io ho trovato la espressionedei sentimenti che mi animavano verso di te,inclito amico, allora quando, volgono adessoventi e più anni, io adolescente imprimeva laprima orma nello arduo arringo delle lettereumane. Opera quasi di fato mi parve la conservazionedi cotesto scritto; onde io vogliosenza punto mutarlo od emendarlo revocarteloalla memoria:
Tu che forti opre in secol guasto imprendi,
E i vivi marmi del nostro Agnol guati
E senti, — e lo eternale dei dannati
Pianto di rabbia e di dolore intendi;[1]
Tu che possa natura all’uomo apprendi
Sotto l’italo cielo incontro ai fati,
Quanto sia premio un riso amico ai vati,
Gentilissimo Spirito, comprendi.
Pur me anelante delle amate fronde
Non lusingare, e di’, se il merto: «Falle,
Volgi, o figlio, la prua da queste sponde.» —
Duca mio dolce, pel dirotto calle
Mi odi, e cortese al domandar risponde:
«Debbo salire o rimanermi a valle?»
[vi]Tu dunque conosci quanto sia antico ilmio culto per te; e coll’andare del tempo eglicrebbe meritamente, però che tu sii la migliorecoscienza di questa nostra patria italiana.
Tu fra rovine d’imperii, e di stati amplissimi,e diversissimi, fra impeti di passioniscomposte, e cieche ire, e più ciecheambizioni, e turpi libidini di potere, e proteiformiipocrisie, e codardi disertamenti, noncurato schiamazzo o paura, hai portato altola tua fede come un vessillo trionfale nel giornodella battaglia; sicchè chiunque ti tenne dietrosenza smarrire la via giunse a fine generoso.
Vergognando pertanto che per mesi taccial’alto tuo nome in fronte dei miei scritti,riparo alla colpa diuturna intitolandoti questepovere cose. Avrei desiderato poterti offrireopera più degna di te; ma a non indugiaremi persuadono gli anni declinanti, e la paurache la pratica lunga d’ignobile mestiere noninsalvatichisca affatto il mio ingegno. Abbitiin voto i brani di un’anima redenti dalle bassezze[vii]del Foro, come in Arcadia i Pastori solevanoconsacrare a Pale le reliquie dello agnellosalvale dalle fauci del lupo!
Nel salutarti la migliore coscienza di questanostra patria italiana, io per necessità hointeso darti ancora la lode del maggiore sennoitaliano; conciossiachè io creda fermamente esserel’alta intelligenza uno spirito fecondatodalla fiamma del cuore; e quando il cuore diventaun tempio della Divinità, di rado avvieneche le Muse sue compagne dal giorno dellacreazione non iscendano ad albergarvi con essa.
Tu poi accogli con lieta fronte queste parole,perchè liberamente favellate a libe BU KİTABI OKUMAK İÇİN ÜYE OLUN VEYA GİRİŞ YAPIN!
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