STORIA
DELLA DECADENZA E ROVINA
DELL'IMPERO ROMANO

DI

EDOARDO GIBBON

TRADUZIONE DALL'INGLESE


VOLUME DECIMO


MILANO
PER NICOLÒ BETTONI
M.DCCC.XXIII

[5]

STORIA

DELLA DECADENZA E ROVINA

DELL'IMPERO ROMANO


CAPITOLO L.

Descrizione dell'Arabia e de' suoi abitatori. Nascita,carattere e dottrina di Maometto. Predica allaMecca. Fugge a Medina. Propaga la sua religionecolla spada. Sommessione volontaria o sforzata degliArabi. Sua morte, e suoi successori. Pretensionie trionfi d'Alì e de' suoi discendenti.

Dopo avere per più di sei secoli tenuto dietroai vacillanti sovrani di Costantinopoli e della Germania,ora risalendo all'epoca del regno d'Eraclio,mi trasferirò sulla frontiera orientale della monarchiagreca. Mentre lo Stato s'impoveriva colla guerradi Persia, e straziata era la Chiesa dalla Setta diNestorio e da quella dei Monofisiti, Maometto, collaspada in una mano e coll'Alcorano nell'altra, fondavail suo trono sulle ruine del Cristianesimo e di[6]Roma. I talenti del Profeta arabo, i costumi del suopopolo e lo spirito della sua religione sono tra lecagioni che hanno operato il decadimento e l'ultimocrollo dell'impero d'Oriente; e la rivoluzione chene seguì, e che si può noverare fra le più memorabiliche impressero nelle varie nazioni del Globo uncarattere nuovo e permanente, ci presenterà unospettacolo ben degno de' nostri sguardi[1].

La penisola d'Arabia raffigura[2] tra la Persia,[7]la Siria, l'Egitto e l'Etiopia una specie di vastotriangolo con faccie irregolari. Dalla punta settentrionaledi Beles[3], sull'Eufrate, forma una linea dimille e cinquecento miglia che termina nello strettodi Babelmandel e nel paese dell'incenso. La lineadel mezzo, che va dall'Oriente all'Occidente, da Bassoraa Suez, dal golfo Persico al mar Rosso, puòessere all'incirca la metà in lunghezza[4]; i latidel triangolo si dilatano insensibilmente, e la baseche è al mezzodì presenta all'Oceano indiano unacosta di circa mille miglia. La superficie internadella penisola è quattro volte più ampia di quelladell'Alemagna o della Francia; ma la parte più vastadi quel terreno è stata giustamente disonoratacogli epiteti di Petrea e di Arenosa. La natura almeno[8]fregiò i deserti della Tartaria di grandi alberi,d'erbaggi abbondanti, e il viaggiator solitario vi trovanello spettacolo dei vegetabili una sorta di consolazionee di società; ma gli orridi deserti dell'Arabianon offrono allo sguardo che un'immensapianura di sabbia, solamente interrotta da montagnearide ed angolose, e la superficie del deserto, privad'ombra di sorta, mostra un terreno abbruciato dairaggi diretti del cocente sole del tropico. In vece dirinfrescar l'atmosfera non diffondono i venti che unvapore nocivo ed anche mortale, quando soprattuttovengono dal su

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