ALFREDO PANZINI
SANTIPPE
PICCOLO ROMANZO FRA
L’ANTICO E IL MODERNO
propter speciem mulieris
multi homines perierunt
MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
—
10.º migliaio.
PROPRIETÀ LETTERARIA.
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservatiper tutti i paesi, compresi i regni di Svezia,Norvegia e Olanda.
Copyright by Fratelli Treves, 1914.
Tip. Treves. — 1921.
ALL’AMICO
Avv. NICOLA MONTANARI
[ix]
Questo piccolo romanzo non è statoscritto per gli eruditi, benchè parlidella Grecia; e sebbene parli di unfilosofo, non è stato scritto per ifilosofi.
Si intitola bensì con il nome diSantippe, un nome di donna infamatanei secoli; e si potrebbe pensareche l’autore avesse avuto in mente diservirsi di Santippe, moglie di Socrate,come di un laido pupazzo perripetere vecchie e sgarbate cose controle donne: le quali cose, anche sefossero verità, sarebbero pur sempre[x]verità maschili, a cui è lecito opporrealtre verità femminili. E poiquale irriverenza è mai questa di dirmale della donna che è l’anfora dellavita?
No, il libro non ha questo scopo;forse non ha scopo nessuno; è venutoal mondo, così, come noi veniamo almondo, senza scopo.
La sua prima pubblicazione è statanella Nuova Antologia, nella primaveradell’anno passato; così che sipuò dire che Giovanni Cena la tenne abattesimo, questa povera Santippe. Inquesto tempo però si è fatta più scioltae vivace; cioè il libro è divenuto piùfacile e snello.
[xi]
Però, se pure essendo tale, se pureessendo breve, non si ripeterà di luila brutta lode, si legge tutto d’un fiato;se molte cose che comunemente si credonoserie, faranno sorridere; e moltealtre cose ritenute ridicole indurrannoad alcuna meditazione, il piccololibro crederà non del tutto inutilela sua venuta al mondo. Anzicrederà di essere anche lui venuto almondo per amare e servire Iddio.
Milano, primavera del 1914.
[1]
SANTIPPE
Nel tempo antichissimo, quando gliuomini erano molto occupati per popolareil mondo, ci fu come una piccolaschiera di uomini che pervenne aduna piccola terra. Essa era ricamatadai mari, e pareva come l’umbelico delmondo. Era stagione di primavera e ilmare mandava tutt’intorno i suoi effluvi.
Quegli uomini sostarono.
Si scoprivano di lassù i corsi degliastri; si vedevano le vie del mare.Allora essi scoprirono le vie della loro[2]anima, ed una divina esaltazione livinse. Rivaleggiarono con gli Dei immortali:crearono quelle multiformiopere che rimangono anche oggi comemodelli, e non furono m